
Mi hai sorpreso mentre galleggiavo. Ti ho soppresso mentre ti annoiavi. Mi hai incrociato con lo sguardo. Ti ho evitato come d'incanto. Mi hai annichilito con i tuoi occhi. Ti ho risposto con il mio cinismo. Ti muovi in continuazione per sopperire alle tue voglie e non parli, sei come un fiore che non sboccia, un alito di vento che non abbocca. Sei leggera bianca delicata come i fiocchi di neve in un febbraio irlandese. Sei pallida e vibrante sotto il tuo aspetto di quasi donna post adolescenziale. Hai voglia di andare oltre e forse ti fanno un po' paura i confini mentali di cui ti hanno fatto dono a scuola o forse sei nata in quel recinto dal quale provi di tanto in tanto ad uscire. Sei la mia vedova bianca, esisti solo nella mia fantasia o nelle serate pop indegne finanche di sane sagre di paese. Sei un vino bianco fruttato da bere durante le notti di primavera. Sei un libro soave che scorre velocemente e non lascia tracce di presunzioni, di castighi di dolci lune. Sei una luna a meta' e un'alba ancora sbronza. Sei un torpore di un attimo e un gemito acuto. Sei una carezza discreta in una notte fresca di estate. Sei lontana nel tempo e distante all'anagrafe. Sei un bagno di rugiada dal riverbero di nocciola. Sei solo una sensazione e qualche parola che nasce dalla mia feroce fantasia. Sei vicina nel chiarore del tuo sguardo e lontana negli enigmi del fato. Sei solo un attimo, per quanto intenso, un candido atto di scortese allegria. Ci vedremo tardi, in qualche altro teatro delle vanità latenti...